La vita di una donna alta è dura, non solo in Giappone e non solo in viaggio. Sì, è vero. Raggiungiamo facilmente oggetti posizionati in alto, a cui i normodotati possono attingere solo con le scalette. Sì, d’accordo, non abbiamo bisogno dei tacchi. Certo, siamo, sulla carta, perfette giocatrici di pallavolo e basket.

Ma… non è tutto oro quello che luccica. Vi spiego perché.

 

La dura vita di una donna alta in viaggio

1. il volo.

I problemi di una donna alta in viaggio cominciano dall’aereo. Specialmente se si tratta di un volo low-cost. L’unica posizione permessa è quella base: gambe piegate, no accavallamenti, no ginocchia al petto. Passano 30 minuti e, d’un tratto, senti che non puoi rimanere nella stessa posizione un secondo di più. Provi a modificarla, in una sequenza degna della peggior partita di Tetris (so che vi state cantando la musichetta nella testa). Prima allarghi le gambe in stile rana; poi ti accorgi che il tuo vicino sta meditando di ucciderti. Come dargli torto, stai ampiamente invadendo la sua porzione di territorio. Allora, timidamente, provi a spostare le gambe di lato e a lasciare che le ginocchia sporgano verso il corridoio (perché, se sei una donna alta, avrai scelto il posto corridoio). E tac. Passa una hostess con il carrello e si porta via una parte di te – mezza rotula.

2. l’atterraggio.

Dopo ore interminabili nelle posizioni più indicibili, finalmente arriva il momento dell’atterraggio. I passeggeri si preparano a scendere sistemandosi nel corridoio, tu ti alzi in piedi e sai già che diventerai presto un facchino. Ci sarà sempre, infatti, una signora che ti chiederà di passarle la sua valigia approfittando della tua altezza.

3. i mezzi pubblici.

Una volta arrivata a destinazione, solitamente utilizzi un mezzo pubblico per raggiungere l’hotel o l’appartamento di turno. Sali a bordo e cominciano gli sguardi indiscreti. Che partono dal viso e, regolarmente, scendono sino ai piedi. Sguardo esterrefatto da “Oddio, non indossa i tacchi! E’ proprio alta così di suo!“, stupore e ricerca di altro soggetto da valutare.

dura vita donna alta
vita dura donna Giappone

4. il letto

Arrivi in hotel o appartamento e inizia la valutazione del letto. Non è importante la qualità del materasso o la durezza dei cuscini. La sola, grande, questione è: ci starò in tutta la mia lunghezza? O dovrò dormire con i piedi fuori dal materasso?

5. le terme / le piscine

Se poi la vacanza prevede una tappa alle terme o in piscina, il divertimento è assicurato. L’accappatoio, addosso a te,  si trasforma magicamente in un babydoll versione raccapricciante con maniche a pipistrello che ti arrivano ai gomiti. Se siete piedone, oltre che alte (come la sottoscritta), dalle ciabatte fornite spunterà regolarmente mezzo tallone; chiedete quelle da uomo, sarete sicuramente meno sexy ma più comode.

 

La dura vita di una donna alta in Giappone

Fatte queste premesse, esaminiamo la dura vita di una donna alta in viaggio in un paese asiatico. Nel mio caso, si trattava del Giappone [meta di cui mi sono perdutamente innamorata, ma ci sarà tempo per parlare anche di questo]. 

vita dura donna Giappone

 

1. no shopping di capi di abbigliamento

Durante tutta la durata del viaggio in Giappone, pregherai ogni Dio esistente in ogni lingua conosciuta affinché non si riveli necessario l’acquisto di nessun capo di abbigliamento. Tu, donna alta, sai già perfettamente che nulla ti andrà bene. Nemica acerrima delle taglie uniche anche in Europa, sei assolutamente consapevole che nessun vestito confezionato per le donne asiatiche sarà mai adatto alla tua fisicità. La nota positiva è che la voce “shopping capi di abbigliamento” nella liste delle spese di viaggio, qui, sarà sempre uguale a 0.

2. la metropolitana e le maniglie malefiche

La scena che si ripeterà ogni qualvolta salirai sulla metropolitana giapponese sarà la seguente. Sei seduta e chiacchieri amabilmente con le tue compagne di viaggio. Arriva la tua fermata, ti alzi di scatto e, regolarmente, sbatti con la testa contro la maniglia alta (quella posizionata in alto a cui ci si appende per non cadere, per intenderci). Che, da in piedi, a tua discolpa, ti arriva al seno.

foresta di bamboo
vita donna alta Giappone

3. le “barriere architettoniche”

Potrebbe capitarti, banalmente, di non passare dalla porta d’ingresso del tuo appartamento in pieno centro a Tokyo, con somma ilarità delle tue compagne di viaggio e centinaia di foto di rito (vedi foto sotto). Oppure, potrebbe capitarti di sederti a mangiare il tuo ramen e scoprire che le sedie su cui ti stai accomodando hanno le stesse dimensioni di quelle che usavi all’asilo (vedi foto sopra). O, meglio ancora, potrebbe succedere che, a Kyoto, la strada su cui stai camminando sia sovrastata da un ponticello. E che tu sia più alta di quest’ultimo.

Vita donna alta

4. i local

Infine, potrebbe succederti di cenare in un ristorantino sconosciuto e remoto in un quartiere abbandonato di Kanazawa. Di trascorrere la serata a parlare con le due proprietarie (mamma e figlia) solo grazie a Google Translator. Di finire a ridere come matte con loro delle traduzioni improbabili che Google vi fornirà. Potresti consumare il pasto migliore del tuo intero viaggio in Giappone proprio lì, seduta al bancone di quel ristorantino nel quale non volevi neanche entrare. E, infine, a te, donna alta, potrebbe essere richiesto di intavolare una sottospecie di gara con il marito della proprietaria, un omone che, tuttavia, risulterà più basso di te. E potresti, così, vedere la proprietaria battere le mani e urlare di gioia saltellando per tutto il locale. Solo perché tu sei più alta di suo marito. [per inciso, quella è stata una delle serate più belle in Giappone. Allego foto in cui siamo tutte sfuocate, distrutte e spettinate. Ma in cui i nostri sorrisi parlano da soli. 😉 ]

Giappone Kanazawa

 

Donne basse, fatevi avanti. So che avrete una lista di aspetti negativi anche voi 😉

Un abbraccio, viaggiatori, alti, bassi o normodotati che siate! ♥